“Mentre ancora echeggiava nell’aria il rintocco grave del campanone della chiesa di San Francesco d’Assisi, che allo scoccare della mezzanotte del martedì grasso sanciva la fine del carnevale, nei crocicchi delle strade del borgo antico di Gallipoli, la Caremma, faceva la sua comparsa”.
La Caremma è una figura di donna vestita in gramaglie che simboleggia l’astinenza e la mortificazione del corpo. Da qualche anno questa antica usanza di appendere ai crocicchi delle strade questo fantoccio di donna il mercoledì delle ceneri è tornata, non solo nel borgo antico ma in tutta la città. La caremma nella tradizione popolare è una figura propiziatoria ed esorcizzante, viene raffigurata con in mano il fuso e la conocchia a simboleggiare la laboriosità e lo scorrere del tempo. Ai suoi piedi è legata una marangia (arancia amara), il cui sapore acre rappresenta la sofferenza, l’afflizione e il pentimento. Sulla superficie del frutto sono infilzate sette penne di cappone, come le sette settimane di Quaresima per giungere alla Pasqua. Ogni settimana di Quaresima che passa viene tolta una penna fino al giorno della risurrezione quando, tolta l’ultima penna, alle 12.00 in punto ( mezzogiorno) di Pasqua, la Caremma viene bruciata a simboleggiare la fine del tempo di Quaresima come rito salvifico e di purificazione. Essa si identifica nelle nostre tristezze nei nostri affanni , nelle nostre pene che devono esser eliminate col fuoco per poter godere a pieno la Pasqua.
Molti pensano che sia la mamma del Titoru ( tradizionale maschera del Carnevale gallipolino, morto strozzato da una polpetta e per la troppa ingordigia il martedì grasso), altri che sia una delle parche greche, Cloto che tiene in mano il destino degli uomini, perché tiene in mano il fuso e la conocchia, per altri ancora è una donna in lutto che piange la morte di Gesu’ Cristo in attesa della Resurrezione e cioè della Pasqua.
La vera origine della Caremma si perde nella notte dei tempi. Il termine Caremma è di derivazione francese, probabilmente furono i soldati francesi che associarono i fantocci di donna in gramaglie a “Careme”( termine francese che si traduce con quaresima).
Dove è possibile vedere la Caremma e il suo scoppio nlla domenica di Pasqua:
• Nel Borgo antico: Corte Gallo, Via Ribera e sul Bastione del Giraro in riviera N. Sauro;
• Nella borgo: in Via Castriota angolo via G.G. Russo;
• Nella zona PEEP: Via Berlinguer e nel vicino parco, piccola festicciola per i bambini a cui vengono regale le Pupe i Caddruzzi (tipici dolci pasquali).