I Comuni

il TI TE'

01 Novembre 2024

Ecco a voi MOLFETTA (BA), tagliata nella pietra, fatta di spigoli vivi come un diamante, nata a filo di vecchie mura, minuscola e complicata. Siete giunti in un labirinto di strade, nel meandro di case della nostra città vecchia, siete voi nella serratura di queste mura. Siate la chiave per entrare nella città attraverso la storica porta di Via Piazza. Volgete lo sguardo, al di là dei tetti, verso il mare che bagna la pietra oltre le verdi finestre, le famose persiane Verde Molfetta, dove si stagliano le nostre due torri mute e pensanti, l'una campanaria e l'altra di avvistamento.

 

Sono le torri del Duomo di San Corrado, costruito tra il XII e XIII secolo con le principali caratteristiche architettoniche dello stile romanico pugliese. Attraversate Piazza Municipio che conduce alle strade senza arrivo, cunicoli scavati nella pietra tenera e chiara su cui arrivano i riflessi del mare.


Porta d’oriente inghiotti noi tutti, bagna di sogno questi viandanti. Mura di piazza bianca e rosata proteggi dal mare gli occhi curiosi e voi ignari passanti immergete il cuore dove lo sguardo non osa guardare scegliete di elevare i vostri animi, scegliete di volare o come aquiloni portati dal vento come pensieri sussurrati alle onde.

 

Guardate la madre del tempo di ognuno. Un buco nel cuore che nasconde la storia, casa di tutti, sguardo al futuro, del nostro passato conserva memoria un punto preciso, aperto e profondo il nostro PULO è un unico ed il centro del nostro mondo. La dolina del Pulo di Molfetta, voragine carsica abitata sin dal Neolitico, dove recentemente sono stati ritrovati due “idoletti, rientra tra i più importanti monumenti naturali visibili lungo il tratto di fascia costiera del nord barese.

 

Ospita un esempio di archeologia industriale come testimoniano le grotte ricche di nitrati e la presenza della nitriera più importanti del regno di Napoli e dei Borboni. Venite a Molfetta provate ad entrare dove la musica si impasta con le onde e la pietra si bagna di luce, in una storia di arte, di lacrime, di volti, di pietre e di mare.

 

Dove parole nascoste tra interstizi di mura, combattono il buio della storia mondiale, è la città natale di Gaetano Salvemini. Passi leggeri ma solchi profondi, di Uomo e di Santo che qui ha insegnato una Pace concreta camminandoci accanto, Don Tonino Bello. Sentite la storia, ascoltate il brusio di anni passati che segnano il viso con mani dure di terra, fermatevi qui, fermatevi ora, davanti al Torrione che guarda il mare dal 1512. Il Torrione Passari inizialmente cannoniera, divenuta in seguito torre di avvistamento è ora famoso in tutto il mondo quale scrigno prezioso di mostre di arte contemporanea.

 

E poi gli eventi della tradizione pasquale, con i riti processionali della Settimana Santa o la suggestiva sagra a mare per la Festa Patronale settembrina.


Scegliete di sognare prigionieri di un’estasi per essere pietra abbracciata dal mare, per essere cuore che abbraccia un sogno. Fermatevi ora e lasciatevi cullare dalla dolce melodia di chi ha da sempre cantato con il mare.

 

Molfetta ti aspetta.


Da visitare: Duomo di San Corrado, Cattedrale, Centro Storico, Museo Diocesano, Museo Archeologico, Pulo, Torrione Passari, Sala dei Templari, Basilica "Madonna dei Martiri" con annesso Ospedale dei Crociati, Mercato del Pesce.

 

 


Testo di: Corrado La Grasta
Foto di: Vincenzo De Pinto / Associazione Fotografi Molfetta

 

 

 

 

Mercoledì delle Ceneri

 

La Processione della Croce

 

Il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio ufficiale dei riti della Settimana Santa a Molfetta, con la solenne Processione della Croce, un momento carico di spiritualità e tradizione.


La processione prende vita allo scoccare della mezzanotte tra il martedì grasso e il primo giorno di Quaresima, partendo dalla Chiesa del Purgatorio e accompagnata dai 33 lenti rintocchi del campanone della Cattedrale, simbolo degli anni di Cristo.

 

Una grande Croce, portata da un confratello incappucciato dell'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero, è affiancata da due confratelli con fanali. Il corteo percorre le strade storiche della città fino al Calvario, dove si tiene una breve omelia e la benedizione del Padre Spirituale, prima di fare ritorno al Purgatorio.

 

La processione è aperta da un quartetto musicale che esegue un’antica melodia orientaleggiante, caratterizzata dal ritmo del tamburo, i colpi della grancassa e il suono del flauto. Gli squilli finali della tromba, noti come il “ti-tè”, donano un’atmosfera unica e suggestiva.

 

 

-Data: 5 marzo 2025

-Orario: Ore 00:01

-Luogo: Chiesa del Purgatorio, Molfetta

 

 

 

Venerdì di Passione

 

La Processione della Beata Vergine Addolorata

 

Il Venerdì di Passione, che precede la Domenica delle Palme, vede protagonista la Processione della Beata Vergine Addolorata, un rito di intensa partecipazione emotiva e religiosa.


Alle ore 15:15, dalla Chiesa del Purgatorio, si apre la processione con l'apparizione della statua dell’Addolorata, vestita di nero e con un pugnale conficcato nel petto, simbolo del dolore materno. Il simulacro, portato in spalla dai confratelli dell’Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero, si muove al ritmo delle note de “La Sventurata”, suonata dalla banda cittadina.

 

La processione attraversa il centro storico di Molfetta e termina a mezzanotte, offrendo a fedeli e visitatori un’esperienza di profonda devozione.

 

-Data: 11 aprile 2025

-Orario: Ore 15:15

-Luogo: Chiesa del Purgatorio, Molfetta

 

 

 

Venerdì Santo

 

La Processione dei Cinque Misteri

 

Tra i momenti più antichi e suggestivi della Settimana Santa a Molfetta, la Processione dei Cinque Misteri si svolge il Venerdì Santo. Organizzata dall’Arciconfraternita di Santo Stefano, la processione inizia alle 03:30 del mattino dalla Chiesa di Santo Stefano e si snoda per le strade del centro storico.

 

Le cinque statue lignee, risalenti al XVI secolo, rappresentano i Misteri Dolorosi:

 

1. Cristo nell’Orto degli Ulivi

2. La Flagellazione

3. Ecce Homo

4. Cristo al Calvario

5. Cristo Morto

 

Le statue, portate in spalla dai confratelli, avanzano al ritmo delle marce funebri, creando un’atmosfera solenne e riflessiva.

 

-Data: 18 aprile 2025

-Orario: Ore 03:30

-Luogo: Chiesa di Santo Stefano, Molfetta

 

 

 

Sabato Santo

 

La Processione della Pietà

 

Il Sabato Santo è dedicato alla Processione della Pietà, un rito di grande impatto emotivo. Le statue, capolavori in cartapesta dello scultore Giulio Cozzoli, raffigurano i protagonisti della Passione:

 

1. San Pietro

2. La Veronica

3. Maria di Cleofe, con gli oli per la sepoltura

4. Maria di Salomè, con la corona di spine

5. Maria Maddalena

6. San Giovanni, il discepolo prediletto

7. La Pietà (1908), il momento più toccante del corteo

 

La processione parte dalla Chiesa del Purgatorio alle 11:15 e percorre le vie di Molfetta, accompagnata dalla profonda partecipazione di fedeli e confratelli.

 

-Data: 19 aprile 2025

-Orario: Ore 11:15

-Luogo: Chiesa del Purgatorio, Molfetta

 

 

Mercoledì delle Ceneri / 5 marzo 2025

• MOLFETTA / Processione della Croce / Chiesa del Purgatorio / ore 0.01
a cura dell'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero

 

 

Venerdì di Passione / 11 aprile 2025

• MOLFETTA / Processione della B.V. Addolorata / Chiesa del Purgatorio / ore 15.15

 

 

Venerdì Santo / 18 aprile 2025

• MOLFETTA / Processione dei Cinque Misteri / Chiesa di S. Stefano / ore 3.30

 

 

Sabato Santo / 19 aprile 2025

• MOLFETTA / Processione della Pietà / Chiesa del Purgatorio / ore 11.15

 

 

ARCICONFRATERNITA DELLA MORTE DAL SACCO NERO

 

L’Arciconfraternita della Morte o dal Sacco Nero fu fondata il 26 aprile del 1613 durante l’episcopio di Monsignor Bovio. Il 28 gennaio del 1614 fu aggregata, però, all’Arciconfraternita madre di S. Maria della Orazione e Morte di Roma.


Della confraternita potevano far parte solo esponenti di alcuni ceti. Nelle regole fu, infatti, esplicitamente dichiarato che “non si debbono indistintamente accettare tutti ma si vedrà se di ottimi costumi se civili, o quanto meno artigiani. In caso contrario non si accetterà”.


Contrariamente all’originario carattere elitario, l’Arciconfraternita è oggi prevalentemente composta da artigiani, operai, commercianti, marinai, contadini e non mancano professionisti e impiegati. Sin dall’origine lo scopo del Sodalizio è stato quello di curare il suffragio e di dare gratuita sepoltura cristiana ai poveri, “per l’amor di Dio”. Si continua tutt’ora a perseguire questo fine con la preghiera del suffragio.


Allo scopo originario si è associata l’attività votiva dei confratelli, incentrata sul culto della Maddalena, della Madonna dei Sette Dolori e dei Misteri dolorosi. Solo in seguito, la devozione si è spostata principalmente verso il culto di Maria SS. Addolorata e della Pietà; in particolare, i dolori della Beata Vergine Maria continuano ad animare l’impegno di vita cristiana dei confratelli del sacco nero.

 

 

 

 

 

ARCICONFRATERNITA DI SANTO STEFANO DAL SACCO ROSSO

 

L’Arciconfraternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso, sin dalla sua fondazione collocabile nel tardo Medioevo, ha avuto sede presso l’omonima chiesetta, collocata a poca distanza dal borgo antico. Nel 1586 si aggregò all’Arciconfraternita della S.S. Trinità dé Pellegrini e Convalescenti di Roma, ma solo nel 1764 si munì, invece, del suo primo statuto scritto, approvato in via definitiva da Ferdinando IV di Borbone. La confraternita ha conseguito, però, la personalità giuridica come Ente Ecclesiastico con il Regio Decreto del 20 aprile 1936.


Il Sodalizio ha come patrono Santo Stefano e come simbolo un’anfora ricolma di pietre sovrastate da una corona.


Il motto che guida la confraternita è Dulcis et nomine digni, mentre le sue insegne sono il sacco rosso con cappuccio dello stesso colore, cingolo e guanti marroni. Tutti i confratelli, sotto il sacco, indossano un abito con cravatta di colore scuro e camicia bianca. L’uso del cappello rosso, che tutt’oggi completa l’abito confraternale, pendendo ripiegato a forma di feluca sul fianco sinistro, fu autorizzato con Regio Decreto nel 1856.

 

Oltre ad organizzare attività di culto che trovano il loro apice nella processione dei Cinque Misteri del Venerdì Santo, sin dalla sua origine, l’Arciconfraternita ha mostrato un importante impegno caritativo attraverso l'Opera Bontà di S.Stefano.

 

 

Le processioni quaresimali di Molfetta sono intrise di un fascino senza tempo, e la musica che le accompagna ne amplifica il senso di spiritualità e struggimento. Tra le tante marce eseguite durante questi riti, una delle più evocative è U'conzasiegge, ispirata ai richiami lamentosi del riparatore di sedie. Composta nel 1857 dal maestro Vincenzo Valente, questa marcia straziante penetra l’anima, accompagnando ancora oggi la suggestiva processione notturna del Cristo morto, quando il silenzio della città viene infranto solo dal suono delle note che sembrano piangere.

 

Lo stesso Valente, con la sua maestria, ha donato a Molfetta un altro capolavoro, Lo sventurato, una marcia funebre composta nel 1888. Il suo ritmo solenne risuona durante la processione del venerdì di Passione della Beata Vergine Addolorata, trascinando chi ascolta in un viaggio di profonda commozione.

 

Anche altri autori locali hanno lasciato il segno nella tradizione musicale quaresimale. Saverio Calò, nel 1897, compose Dolor, una marcia che viene eseguita nel momento in cui la statua della Pietà lascia la Chiesa del Purgatorio, nel giorno del Sabato Santo. Un momento unico, dove il dolore prende forma sonora e accompagna la comunità in un rito che sa di eternità.

 

Non mancano, poi, i grandi nomi della musica classica: il celebre Stabat Mater di Gioacchino Rossini risuona nei momenti più intensi, come l’epilogo della processione della Beata Vergine Addolorata o il rientro della statua della Pietà. È una preghiera universale in note, che unisce fede e bellezza.

 

E infine, la Marcia del Palmieri, che accompagna il rientro della statua del Cristo morto sulla croce. Le sue note, solenni e malinconiche, sembrano sigillare il momento più sacro di questi riti antichi.

 

Ma c’è una melodia che più di tutte custodisce il mistero di Molfetta: il Ti tè. Di autore ignoto, è un motivo che si eleva oltre il tempo e lo spazio. Definito da molti “lamento di origine orientale”, questo struggente componimento, eseguito da flauto, tromba, tamburo e grancassa, cattura l’essenza di una devozione che si perde nei secoli.

 

La sua bellezza ha persino incantato il maestro Riccardo Muti, che ne ha richiesto gli spartiti, riconoscendo in quelle note l’eco di una spiritualità profonda, quasi mistica.

 

Ogni marcia, ogni nota, ogni respiro musicale è un ponte tra il divino e l’umano, tra il passato e il presente. È la voce di un popolo che, attraverso la musica, continua a raccontare la sua fede, il suo dolore e la sua speranza.

 

 

ps nella foto in alto nel 1947 il Complesso bandistico della Città di Molfetta diretto dal maestro Angelo Inglese

 

La gastronomia di Molfetta durante il periodo pasquale è un viaggio nei sapori autentici, intrisi di tradizioni che raccontano la storia e la cultura di questa cittadina pugliese affacciata sul mare. Le ricette pasquali non sono solo un piacere per il palato, ma anche un modo per tramandare storie di fede, comunità e condivisione.

 

Tra le delizie più amate dai molfettesi c'è il pizzarello, un panino semplice e gustoso farcito con tonno e olio extravergine di oliva. Questo piccolo capolavoro culinario è legato a una tradizione speciale: si gusta il Giovedì Santodurante la visita ai sepolcri. Anticamente, i priori delle confraternite offrivano i pizzarelli ai confratelli che seguivano le processioni, un gesto di rifocillamento e condivisione che ancora oggi si tramanda.

 

Un'altra pietanza immancabile è il calzone pasquale molfettese. Questo impasto salato, ripieno di merluzzo, cipolla lunga sponsale, cavolfiore, olive, pomodorini e olio extravergine d'oliva, viene preparato tradizionalmente il Mercoledì Santo per segnare l'inizio della Quaresima. Il profumo che si sprigiona dai forni durante questa preparazione è un segnale che la Pasqua è ormai vicina.

 

Nella gastronomia pasquale di Molfetta, un altro piatto tipico da non perdere è il ciambotto, una zuppa di pesce povera ma ricca di sapore, preparata con il pescato del giorno. Questa pietanza racconta l'antico legame tra i molfettesi e il mare, un rapporto fatto di sacrificio e devozione. Il ciambotto molfettese si cucina con scorfano, tracina, seppie, cozze e gamberi, il tutto insaporito con pomodori freschi, aglio, prezzemolo e un filo d'olio extravergine d’oliva.

 

Tradizionalmente, il ciambotto veniva consumato durante il Venerdì Santo, giorno di digiuno e astinenza dalla carne, ma oggi è diventato un simbolo della cucina pasquale pugliese, apprezzato sia dai locali che dai visitatori. Il sapore intenso del mare e la semplicità degli ingredienti rendono questa zuppa un piatto irresistibile per chi desidera scoprire la vera cucina tradizionale di Molfetta.

 

E poi ci sono i dolci, protagonisti indiscussi della festa. Il più iconico è la scarcella, o come viene affettuosamente chiamata dai locali, scarcedde. Questo dolce pasquale pugliese è una gioia per gli occhi e il palato: una base di pasta frolla a forma di cuore, ricoperta di glassa e decorata con ovetti di cioccolato o praline colorate. La scarcella può essere semplice oppure farcita con marmellata o pasta di mandorle, a seconda della ricetta di famiglia.

 

A Molfetta, la Pasqua è molto più di una celebrazione religiosa: è un momento di convivialità e di riscoperta delle proprie radici. Ogni piatto racconta una storia, ogni sapore evoca un ricordo.

 

La gastronomia pasquale diventa così un linguaggio universale, capace di unire le generazioni e celebrare la bellezza della tradizione.

 

 

Info Comune

Comune di Molfetta

T + 39 080 995 6226

 

Polizia Municipale

T + 39 080 397 1014

 

Infopoint Turistico

Via Piazza, 27

T +39 351 986 9433

info.molfetta@viaggiareinpuglia.it

 

www.comune.molfetta.ba.it