The Oratorio del SS. Crocifisso was built between 1741 and 1750 at the confraternity’s expenses, soon after the Dominican Fathers acquired the lands where they had an uncultivated garden with a cramped house, often used as meeting-place for “shady women”.
The oratory architecture was based on the drawings by Carlo Multò, an artillery tenant on duty at the royal castle in Gallipoli.
Breakers had seriously damaged the existing church, located nearby the church of S. Francesco.
The oratory is the seat of the Confraternity of SS. Crocifisso, already existing as Confraternity of S. Michele Arcangelo where especially barrel builders used to gather.
In 1843 due to the fire of the nativity set up on the side of the altar, the confraternity stalls were destructed as well as the statue of Dead Christ.
As reported in the registers of the confraternity, in 1843 the brothers commissioned the re-building of wooden stalls and one of them donated the statue of dead Christ that still today is carried in procession on Holy Friday with artistic composition evoking the Deposition theme.
In 2005 the restoration and cleaning works of Christ’s statue have led to discover that the statue is carved from walnut wood; furthermore between the wood and the painting there is a red lead stratum (usually used to make ships waterproof) that has protected the statue from woodworms and has avoided both wood deformation and damages to the paint coat.
The confraternity dress is composed of red tunic and hood, symbol of Passion, and a turquoise mozzetta decorated with two images portraying SS. Crocifisso and S. Michele Arcangelo. Only during the procession of the Holy Friday the brothers wear a crown of thorns woven with wild asparagus stalks to remember the same worn by Jesus Christ and they walk with their faces covered.
foto Rita De Donno
1.LE ORIGINI
Le origini di questo oratorio confraternale e della confraternita omonima, derivano dall’altare di santa Maria di Carpignano, sito nella preesistente chiesa di San Giovanni Battista il cui culto fu importato dalla famiglia Lubelli di Serrano, erigendo altare contestualmente al beneficio ecclesiastico fondato il 16 maggio 1636 sotto lo stesso titolo e di jus patronato. Il culto, è direttamente riconducibile al ritrovamento (1568) nella grotta di San Giovanni, a Carpignano Salentino (LE), di una immagine bizantina raffigurante la Madonna con Bambino e comunemente chiamata la Madonna della Grotta o di Carpignano. Sin dal 1662 nella chiesa di San Giovanni Battista, oltre alla confraternita sotto lo stesso titolo, è attestata l’esistenza di una congregazione intitolata a santa Maria di Carpignano, della quale è documentato un tal Giovanni Fajulo come Prefetto. Figura di spicco nella storia del nostro oratorio è un certo Sebastiano Sandalo, appartenente alla stessa congregazione e a lui si deve la sua erezione e il successivo ampliamento. Fu fatto d’obbligo ai confratelli ad erigervi (1663) un proprio oratorio entro il termine di due anni, pena la decadenza nel suo atto di liberalità, “sotto il titolo della Vergine Santissima di Carpignano che sta nella Chiesa di S. Giovanni di questa Città. Nella quale possasi congregare nelli giorni stabiliti le regole, li fratelli foresi e pescatori, a farle le loro orationi, mortificationi, ascoltar la messa e frequentar li Santissimi Sacramenti e fare tutte l’altre opere pie, informe ordineranno dette regole”. Nel termine stabilito (1665) fu dunque eretto il nuovo oratorio che però non fu intitolato a Santa Maria di Carpignano ma a Santa Maria degli Angeli. E’ quanto lascia supporre il fatto che l’originaria denominazione della congregazione la troviamo dapprima affiancata (e preceduta) da quella di santa Maria degli Angeli e poi definitivamente soppiantata qualche anno dopo (1669) da quest’ultima. Dalla visita pastorale di mons. Filomarini, eseguita nel nostro oratorio il 29 agosto 1715, oltre a confermare l’istituzione della congregazione di santa Maria degli Angeli, da parte di mons. Montoya, che ne dettò lo statuto, aggregando laici del ceto di pescatori e contadini, è attestata anche la presenza di una confraternita sotto lo stesso titolo. I confratelli vestivano un saio bianco con cappuccio dello stesso colore e mozzetta di colore violaceo con immagine dipinta della Beata Vergine Maria. Mozzetta che fu sostituita nel 1769 con quella attuale di color blu marino. Nello stesso anno si aggregarono le categorie degli artisti e degli artigiani.
2. L’EDIFICIO
L’edificio, a navata unica, è ubicato lungo il periplo del centro antico di Gallipoli, sul versante sud-sud/ovest, la cui facciata guarda i due isolotti del Campo dei Piccioni e dell’isola di sant’Andrea. Sul prospetto dell’oratorio è collocato un bel pannello maiolicato realizzato nel 1942 dalla ditta napoletana Raffaele Vaccarella, raffigurante la Madonna Assunta in cielo, sostituendo l’affresco eseguito nel 1875 da Giuseppe Pagliano. All’interno decorano le pareti laterali quattro grandi dipinti, realizzati nel XVIII secolo da Diego Oronzo Bianchi, pittore originario di Manduria: La Moltiplicazione dei pani e dei pesci; La Distribuzione dei pani; La Disputa tra i dottori della chiesa; Le Nozze di Cana. Nella parte sottostante, e tutt’intorno all’aula, si possono ammirare gli stalli, con cornici dorate e motivi floreali, dove siedono i confratelli, e il pancone dell’Amministrazione. Nella seconda metà dell’ottocento, fu abbattuto il vecchio altare ligneo per dare spazio al nuovo altare in pietra leccese e stuccato in finto marmo policromo, realizzato nel 1876 dallo stuccatore Mastro Luigi Schiavone di Monopoli. Al centro del dossale è collocata la pala con l’immagine della Madonna degli Angeli (sec. XVII) attribuita alla bottega di Gian Domenico Catalano. Ai lati nelle rispettive nicchie, le quattro statue lignee policrome dei protettori della confraternita: sant’Andrea, protettore dei pescatori; sant’Isidoro, patrono dei contadini; san Giuseppe, protettore degli artigiani e san Giovanni Battista, protettore degli artisti. Tra le opere scuoltoree, situate in apposite nicchie a muro, sono custodite le statue ottocentesche di cartapesta leccese, del famoso Achille De Lucrezi, che realizzò nel 1866 “il Crocefisso” e un “Cristo morto” e poi ancora nel 1895 la “Madonna Assunta in cielo”. Un’altra statua raffigurante la “Madonna degli Angeli” fu commissionata a Napoli nel 1825. Il simulacro dell’Addolorata (manichino vestito) fu invece donato nel 1824. Sul controprospetto vi è la cantoria dove fu collocato il settecentesco organo, opera dell’organaro tarantino Giuseppe Corrado.
3. LE PROCESSIONI
La confraternita, oltre a organizzare le processioni dell’Assunta (14 agosto), titolare della confraternita; sant’Andrea (29 novembre) e san Luigi (20 giugno), invitati dall’Associazione Cattolica “San Luigi”, partecipa con quella del SS. Crocefisso alla processione del “Cristo morto e dei “Misteri” nel Venerdì Santo portando per le vie di Gallipoli il simulacro della Vergine Addolorata.
Testo e ricerche storiche a cura del confratello Antonio Faita.
In 16th century under the Diocese of the Bishop Giovanni Montoya y Cardona (1659-1666), the brotherhood or confraternity of porters was founded between 1662 and 1665 and took the name of confraternity of Holy Mary, Martyr of Purity. In the same years, the single nave oratory and a stone cantoria, within a false elevation where the four Evangelists were frescoed, were built.
Some time later the hall was enlarged and a new marble altar was erected with the cantoria and the pipe organ on its side. The statutes of the confraternity were approved by Ferdinand Borbone on 31st December 1767, after being examined by the Royal Major Chaplain and were titled “ Rules for the brothers ‘bastasi’ gathered in the Confraternity of Holy Mary, Martyr of Purity in the city of Gallipoli”. According to the rule of the confraternity, its founding core had to be composed of porters, that is longshoremen, called in local dialect “vastagi” or “bastagi”, anf of theose who worked in the lamp oil production. Only on special occasion and for exceptional favor other craftsmen or civilians were accepted.
The brothers enjoyed some benefits such as: all the brothers, their wives and unmarried daughters were considered as members of the confraternity so they enjoyed the burial right as well as the celebration of 40 suffrage masses for year; the brothers older than 70 years were exempted with work but received the same salary as a worker; widows and invalids were granted a daily subsidy correspondent to the workers’ salary.
In those rimes, confraternities were organized as mutual aid societies to make up for the deficient welfare and to guarantee the best life standards. The confraternity dress is composed of a white tunic, a white hood, a yellow mozzetta fringed with red, and a red belt.