The Ceramics Quarter (il Quartiere delle Ceramiche) lies along the Gravina di San Giorgio, at the foot of the mediaeval castle "Castello Episcopio". The numerous workshops dug into the rock, are good examples of its unusual rupestrian architecture. The feature that makes this Quarter unique are the numerous workshops where ceramics have been produced since the Middle Ages.
Interesting facts
In each workshop it is possible to watch the various stages involved in the creation of a ceramic object, and at the same time buy the finished product.
From the Ceramics Quarter there is a stairway leading to the Piazza dedicated to the Patron saint of Grottaglie, "San Francesco De Geronimo", from where there is a impressive panorama of the Quarter.
The Grottaglie Jesuit P. Michele Ignazio D’Amuri (1910 – 1986), polished writer and delicate poet, left behind him some hauntingly beautiful verses about the Passion of Christ. We offer, in both dialect and Italian versions, a noble example of his art, dedicated to Our Lady of Sorrows, where typical local expressions from the religiousness of the common people are joined by those of his own personal sensitivity.
Nel centro del quartiere delle ceramiche, il dipartimento di studi classici e cristiani della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Paleocristiana e Altomedievale dell’Università di Bari, diretto da Gioia Bertelli ha scoperto una cripta-chiesa affrescata con un trittico raffigurante S. Nicola, S. Barbara ed il Cristo Pantocrator.
BENI CULTURALI
Le raffigurazioni di tre santi ricoprono le pareti
Scoperta a Grottaglie una cripta affrescata
Il Quartiere delle Ceramiche ha restituito una cripta con tre affreschi. Il rinvenimento è stato reso noto da Angelofabio Attolico, collaboratore del dipartimento di studi classici e cristiani della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Paleocristiana e Altomedievale dell’Università di Bari, diretto da Gioia Bertelli. La cripta ha rilevato la presenza di tre affreschi raffiguranti San Nicola, Santa Barbara ed il Cristo benedicente. Si tratta di un trittico in fase di datazione, che potrebbe contribuire a definire meglio i rapporti tra i vari nuclei abitativi presenti a Grottaglie tra il XII e il XIII secolo. La datazione degli affreschi consentirebbe di comprendere l’evoluzione dei nuclei e degli insediamenti abitativi.
Dichiara il Dott. Angelofabio Attolico dell’Università di Bari “Già da tempo l’Università di Bari collabora con l’amministrazione di Grottaglie e conduce studi sul’età età medioevale. Le prime fasi di questa ricerca hanno portato allo studio di diversi insediamenti di età medioevale, quali ed esempio a testimonianza la più antica è costituita dalla prima fase delle decorazioni pittoriche della Chiesa Maggiore di“Riggio”, datata alla prima metà del X d.C. Tale datazione non fissa l’inizio dell'abitato ma è ipotizzabile che il dipinto murale sia stato realizzato quando il villaggio era pienamente sviluppato. Quindi nei secoli successivi diversi edifici di culto, di cui non è possibile stabilire la datazione originaria, probabilmente di carattere privato e con destinazione funeraria, registrano la realizzazione di affreschi la cui datazione non sembra superare il XIII d.C. è il caso della Chiesa Maggiore e Minore di Riggio, della “Cripta delle nicchie” di Penziero e della “Cripta di San Pietro” presso Lo Noce. Non si conosce bene l’evoluzione dei nuclei abitati e dei loro rapporti commerciali ed amministrativi fino al XI d.C., ma qualcosa si può desumere da quanto avviene dopo il basso Medioevo, quando i villaggi ubicati presso le gravine di S. Elia e S. Giorgio (attuale centro storico e quartiere delle ceramiche) assumono un ruolo di aggregazione di primo piano. Insediamenti medioevali, in particolare quest’ultimi, che hanno formato il centro abitato di Grottaglie, la scoperta della cripta in cui ubicata la chiesa con i tre affreschi-in fase di studio (probabilmente i santi Barbara, Nicola ed il Cristo Pantocrator) è di grande importanza, per capire il fenomeno evolutivo della stessa città delle ceramiche ed in particolare modo del centro storico. Questa chiesa, infatti, si colloca nella gravina di S.Giorgio che fù interrata e coincide con l’attuale via Crispi (quartiere delle ceramiche) ed è testimonianza di un pregresso insediamento probabilmente rupestre che era presente in questa gravina e che ha avuto una evoluzione successiva che ha portato all’attuale centro storico. Questi affreschi sono interessanti ci permettono di capire la datazione e la formazione del primo insediamento si tratta di affreschi bassomediovale dopo il mille probabilmente del XII sec. Sono in corso di studio interessante questa chiesa per il suo stato di conservazione degli affreschi che riproducono il Cristo benedicente che porta nella mano sinistra un libro aperto dove c’è scritto “EGO SUM DIX MUNDI”, dipinto ben conservato ed è affiancato da una santa parzialmente conservata perché bisogna tener conto che il centro storico nel corso della sua trasformazione diverse fasi di interramento e distruzione per la costruzione in età moderna degli edifici alla destra del Cristo abbiamo un santo benedicente con uil libro chiuso nella mano sinistra, tra l’altro questi affreschi sono importanti per la datazione dell’insediamento rupestre e del centro storico di Grottaglie , ma è anche interessante come sono ben conservati i dettagli che ci permettono di leggere l’aspetto originale della chiesa si segnala la presenza della croce in negativo collocata sul banco di roccia, che si ritrova nel territorio in altri contesti come nella chiesa della Madonna delle Grazie di S. Marzano di S. Giuseppe e nel Territorio tarantino. All’ingresso della chiesa-cripta, si evidenziano delle nicchie ed acquasantiera, si rileva che questi luoghi nel tempo hanno subito delle trasformazioni quindi è difficile affermare che queste realizzazioni sono state realizzate con la prima fase d’impianto della chiesa, e quindi collegabile alla chiesa stessa, la funzione di queste nicchie era quello di appoggio, diversa la nicchia affianco al santo benedicente che và messa in relazione con la chiesa, in quanto in tutta l’area sono state ritrovati una gran quantità di frammenti ceramici che aderiscono ad epoche diverse, per cui pur non possedendo dati stratigrafici affidabili fa pensare ad un utilizzo continuativo della chiesa fino all’età moderna, non necessariamente con scopo cultuale dell’ambiente. Tutta la ceramica di età medioevale che abbiamo ritrovato ed analizzato nella fase preliminare dello studio non và messa direttamente in relazione con la chiesa ma ad una frequentazione nell’età medioevale della gravina di S. Giorgio e sicuramente la cosa interessante per Grottaglie che ha fatto della ceramica il suo marchio ed elemento di riconoscimento è la presenza di una grandissima quantità di ceramica medioevale che mette in discussione una serie di discorsi fatti sino ad oggi sulle produzioni, confermate da altri studi in corso sul territorio, che probabilmente ci fossero dei centri di produzione di età neobasso mediovale anche qui a Grottaglie anche prima della produzione della graffite”.
Piena soddisfazione, perla scoperta, è stata espressa dall’assessore comunale al Turismo, Vito Nicola Cavallo. «Si tratta di una eccezionale scoperta – ha commentato - che contribuirà a riscrivere la storia della nostra città. Come assessorato al Turismo ci stiamo prodigando per contribuire a portare alla luce questo capolavoro dell’arte religiosa del XI sec. d.C. Nei prossimi giorni, infatti, prenderò contatti con l’assessore regionale Godelli per collaborare e chiedere il patrocinio della Regione Puglia per la diffusione della conoscenza di questa prestigiosa scoperta per la cultura ed il turismo della nostra città e della regione».
La decorazione pittorica della “Chiesa Maggiore” della gravina di Riggio a Grottaglie.
Angelofabio Attolico
Le ricognizioni di superficie eseguite nel territorio di Grottaglie (Ta) dalla Cattedra di Archeologia e Storia dell’Arte Paleocristiana e Altomedievale dell’Università degli Studi di Bari hanno permesso l’individuazione e l’analisi di un significativo numero di insediamenti rupestri di età medievale; tra essi un ruolo di primaria importanza è rivestito dal villaggio della gravina di Riggio, che presenta, oltre a numerose grotte antropiche adibite a scopo abitativo e produttivo, due chiese affrescate. La decorazione pittorica della “Chiesa Maggiore” è stata sottoposta ad indagini storico artistiche, archeologiche ed archeometriche che hanno permesso l’individuazione di due fasi diverse di stesura degli intonaci: la prima, ascrivibile al X secolo d.C., presenta alcuni temi iconografici desueti e trova confronti in area cappadoce; la seconda, databile intorno alla metà del XI secolo d.C., è caratterizzata da sette santi vescovi, la cui cifra stilistica rimanda ad analoghi esempi documentati in Puglia e in Grecia.
Lettura stratigrafica della “Chiesa Maggiore” della gravina di Riggio a Grottaglie.
Maristella Miceli
Contestualmente allo studio delle testimonianze storico artistiche è stata condotta anche l’analisi stratigrafica dell’architettura della chiesa mediante una attenta lettura dei segni in negativo ancora presenti sulla superficie rocciosa. Le fasi di frequentazione identificate sono da mettere in relazione all’utilizzo liturgico dell’invaso, che a partire da un’epoca cronologicamente non precisabile, ha conosciuto anche una rifunzionalizzazione non cultuale. Il modello icnografico, ad aula unica con due absidi orientate, trova confronti in numerosi altri edifici ipogei e subdiali presenti in una vasta area che comprende le coste del Mediterraneo occidentale ed orientale.